Laurianne Langevin

voce

Cyrille Doublet

piano

Tre canzoni in ascolto libero
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Paris-Piaf è un disco eccezionalmente bello. L’omaggio di Cyrille Doublet e Laurianne Langevin a Édith Piaf è intimo e delicato.
Se non fosse una parola desueta si potrebbe definire “bello” nella sua migliore accezione.
Bellezza intesa come limpido e luminoso. Musicale e intenso come la vita della chanteuse francese, il delicato tocco di Cyrille Doublet e l’emozionante voce di Laurianne Langevin.
L’accezione diviene pertanto eccezione. Ecco, Paris-Piaf è un disco eccezionalmente “bello”.

Paolo Fresu
Musicista

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Affrontare il materiale sacro della Piaf con amore,
freschezza, coerenza e splendida leggerezza,
riuscendo a creare questo gioiello di semplicità.
Da “vecchio lupo” che vive di musica, di dischi e di tutto ciò che vi è collegato da quando ho l’età della ragione, se solo sino a dieci anni fa qualcuno mi avesse chiesto cosa ne potevo pensare di un nuovo omaggio musicale a Parigi, a Montand o ad Édith Piaf, lo avrei guardato rispondendo se per caso fosse impazzito. L’Europa, dopo il per certi versi forsennato trionfo dell’industria discografica, forse non ne avrebbe potuto più di nuovi reiterati “omaggi” ai grandi nomi e fasti del passato. A parte il fatto di andare a toccare materiale in qualche modo “sacro” poiché, con tutto il rispetto che si può dare ad ogni nuova versione de La Vie en rose, nessuno, ma proprio nemmeno lontanamente, avrebbe potuto avvicinare il “senso” e l’emozione – per la positività, la freschezza, l’ambientazione – della voce di colei che aveva lanciato nel mondo quel successo senza tempo.
Per questo, quando Cyrille Doublet (che conoscevo da tempo innanzitutto quale operatore culturale, ma non come scintillante pianista) mi ha parlato di un progetto del genere, stavo per rispondere come sopra ma, mentre mi raccontava del progetto, ho invece cominciato a riflettere, pensando che – dopo almeno un decennio di mancanza di produzioni del genere e di uno stato degenerativo della proposta musicale tout-court – un recupero dei “classici" non sarebbe forse stata una cattiva idea.

Quando ho poi ascoltato il master di questo lavoro, non ho avuto dubbi, e per la positività, la freschezza, l’ambientazione decisamente alternativa e affascinante che Cyrille e Laurianne Langevin hanno riversato in questo progetto dedicato fondamentalmente alla Ville Lumière, mi sono trovato totalmente convinto nel valutare l’intelligenza dell’operazione.

In un momento in cui la fruizione culturale in questo paese (ma si potrebbe allargare l’analisi al momento globale contemporaneo) mostra seri momenti di difficoltà, la bellezza in senso lato riesce ad indicare la via salvifica. E la bellezza in questo caso è quella lontana dal manierismo e dagli approcci stucchevoli; lontana, in breve, dalla classica musica da cartolina per turisti annoiati.

La scelta coraggiosa di Cyrille e Laurianne è quella di affrontare il citato “materiale sacro” con amore, freschezza, coerenza e splendida leggerezza, riuscendo a creare un piccolo gioiello di semplicità giocato in bilico da un pianoforte “attivo”, pulito e fresco e da un sapiente uso del canto e di una voce semplicemente “umana” e non arroccata in stilemi accademici o pseudo tali.

Rivisitare brani che sono patrimonio universale non è cosa semplice. Per farlo bisogna amare e rispettare l’arte musicale che poi, davanti ad un risultato simile, non può fare altro che ringraziare di tanta bellezza.

Grazie Laurianne. Grazie Cyrille.

Vic Albani
Art Director Pannonica

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La voce di Laurianne e il pianoforte di Cyrille. Nulla di più. Ogni altra cosa sarebbe semplicemente superflua. «Una voce che esce dalle viscere, che la veste dai piedi alla testa, in un'onda che ci sommerge, ci attraversa, penetra in noi». Così Jean Cocteau definiva Édith Piaf e la sua arte. E questo turbinio di emozioni lo ritroverete ascoltando Paris-Piaf di Laurianne Langevin e Cyrille Doublet.
Proporre, oggi, i capolavori del "passerotto" parigino è un lavoro arduo, per certi versi folle. Ma la naturalezza con cui Laurianne e Cyrille affrontano il repertorio della Piaf, rispettandone con rigore il messaggio e la profondità emotiva, lascia l'ascoltatore in uno stato di estasi e sorpresa.
La voce di Laurianne e il pianoforte di Cyrille. Nulla di più. Ogni altra cosa sarebbe semplicemente superflua.
Come per magia, questi due splendidi interpreti vi condurranno in quella Parigi tanto cara alla Piaf e ve ne faranno rivivere l'atmosfera unica; le gioie e i dolori; le passioni, l'amore e le sconfitte. «Quando canto non sono più sulla Terra», questo diceva Édith Piaf. Ebbene, abbandonatela anche voi, la terra, facendovi trasportare da Laurianne e Cyrille.

Boris Savoldelli
Musicista

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Sono riusciti a farmi emozionare mentre registravamo in studio, perché questo? Laurianne Langevin e Cyrille Doublet, un duo francese che ho avuto l’onore di avere in studio per la produzione del loro progetto su Édith Piaf, la canzone francese.
Due musicisti – Laurianne cantante e Cyrille pianoforte – che sono riusciti a farmi emozionare mentre registravamo in studio, perché questo? Loro sono l’espressione di un sentimento artistico profondo, che scaturisce non dalle sole note ma da una grande facilità ed espressività nella comunicazione di emozioni. Grandissimo e affiatato duetto!

Carlo Cantini
Musicista
Ingegnere del suono

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Attraversare Parigi seguendo Piaf, esserle per forza infedele (come imitare Piaf senza sfigurarla?), ma mantenere pieno l’impegno vocale ed emotivo che la contraddistingue. Attraversare Parigi seguendo Piaf e la sua corte (Montand, Aznavour…); fare un disco avvolgente, dal passo leggero; un disco da pomeriggio di sole in riva alla Senna, ma scandito da canzoni che vanno cantate con il carboncino (Les Feuilles mortes, Milord...) Esserle per forza infedele (come imitare Piaf senza sfigurarla?), ma mantenere pieno l’impegno vocale ed emotivo che la contraddistingue.
Piaf cantava solitamente accompagnata da un’orchestrina di una decina di elementi; abbiamo arrangiato le sue canzoni con un semplice pianoforte, in modo tale da dare più aria e più elasticità ad alcune delle sue melodie più belle.

Laurianne Langevin

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La voce di Édith Piaf è insieme l’evidenza e l’enigma di questo concerto. Édith Piaf ha vissuto e cantato la sua vita con tanta intensità che si spegnerà, consumata, all’età di quarantasette anni.
D’estensione ed espressività prima sconosciute, paradossalmente la sua voce straordinaria dava ai contemporanei l’impressione di uscire direttamente dal petto di un passerotto, “piaf” in gergo, l’uccellino a cui l’artista, che non superava il metro e quarantasette di statura, deve il soprannome che passò alla storia.
La voce di Édith Piaf è insieme l’evidenza e l’enigma di questo concerto.

Cyrille Doublet

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“Paris-Piaf è un gioiello per sensibilità, misura e delicatezza.”
AmadeusMagazine

“Uno dei progetti più curiosi – e di spessore – degli ultimi anni, Paris-Piaf approda a cifre espressive uniche”.
L’Avvenire

“Un camerismo quasi sacrale, talvolta con un pizzico di swing, onde creare quell’intimità parigina che potrebbe esaltare i tanti cultori di Milord, La Vie en rose, Non, je ne regrette rien…”
Il Manifesto

“Tutto marcia egregiamente.”
Jazz Magazine

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“Classe indiscutibile!”
Rockerilla

“Raro il fatto che, a un primo ascolto guidato da un’attenta curiosità, ne seguano altri e altri ancora, quasi a cercare di decifrare una magia diffusa dai dialoghi delicati e pregnanti tra una voce e un pianoforte. (…) Paris-Piaf è un lavoro cesellato con sapienza, misura, passione e gusto davvero rari”.
La Gazzetta di Parma

“Assolutamente da non perdere!”
MusicheParole

“Le rivisitazioni di Langevin et Doublet nascondono una grande complessità e la capacità di sintetizzare l’anima più pura delle composizioni. (…) Salutati da un applauso interminabile [al Teatro Grande di Brescia].”
Giornale di Brescia

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Tra i più bei ricordi d’infanzia c’è la danza, lo spazio in cui si danza con quella possibilità di toccare il pubblico. Quando un altro spazio si apre, quello della voce, cantare diventa un’evidenza.

Ha trent’anni quando si trasferisce in Italia. Oltre all’insegnamento del canto e l’attività di concertista, dirige alcuni ensemble vocali in Lombardia.

Incontra Cyrille nel 2016. Francese, pianista, anche lui vive in Italia da dieci anni. Una sera provano Milord in un teatrino di montagna; i loro occhi d’espatriati si riempiono di lacrime: nasceva così Paris-Piaf.

Laurianne Langevin
biografia

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Per quanto ricorda ha sempre suonato il pianoforte; sui banchi della Sorbona dove studia lettere, per le vie e nei caffè di Parigi, i suoi vent’anni sono quelli di un musicista con l’amore per la lettura.

Ha trent’anni quando si trasferisce in Italia. Oltre all’insegnamento della musica e l’attività di concertista, dirige alcuni teatri lombardi.

Incontra Laurianne nel 2016. Francese, cantante, anche lei vive in Italia da dieci anni. Una sera provano Milord in un teatrino di montagna; i loro occhi d’espatriati si riempiono di lacrime: nasceva così Paris-Piaf.

Cyrille Doublet
biografia

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Crediti audio
Le tre canzoni in libero ascolto sono estratte dal disco Paris-Piaf - registrazione, missaggio e masterizzazione presso Digitube Studio, Mantova.

La Bohème
Musica: Ch. Aznavour; testo: J. Plante
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.

Les Feuilles mortes
Musica: J.Kosma; testo: J. Prévert
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.

Non, je ne regrette rien
Musica: Ch. Dumont; testo: M. Vaucaire
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.

Crediti fotografici
Wladimir Zaleski: p1, p3/5, p4, p5
Emanuele Vergari: p3/1
Roberto Cifarelli: p3/2
Adriana Colombo: p3/7, p3/8
Siana Recaldini: p6

Crediti immagini
Cyrille Doublet: p2

Traduzioni
Versione francese: Cyrille Doublet.
Versione italiana: Federica Cremaschi.
Versione inglese: Jean-Marie Roblain.

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Crediti

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