Laurianne Langevin
voce
Cyrille Doublet
piano
voce
piano
Tre canzoni in ascolto libero
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Tra i più bei ricordi d’infanzia c’è la danza, lo spazio in cui si danza con quella possibilità di toccare il pubblico. Quando un altro spazio si apre, quello della voce, cantare diventa un’evidenza.
Ha trent’anni quando si trasferisce in Italia. Oltre all’insegnamento del canto e l’attività di concertista, dirige alcuni ensemble vocali in Lombardia.
Incontra Cyrille nel 2016. Francese, pianista, anche lui vive in Italia da dieci anni. Una sera provano Milord in un teatrino di montagna; i loro occhi d’espatriati si riempiono di lacrime: nasceva così Paris-Piaf.
Per quanto ricorda ha sempre suonato il pianoforte; sui banchi della Sorbona dove studia lettere, per le vie e nei caffè di Parigi, i suoi vent’anni sono quelli di un musicista con l’amore per la lettura.
Ha trent’anni quando si trasferisce in Italia. Oltre all’insegnamento della musica e l’attività di concertista, dirige alcuni teatri lombardi.
Incontra Laurianne nel 2016. Francese, cantante, anche lei vive in Italia da dieci anni. Una sera provano Milord in un teatrino di montagna; i loro occhi d’espatriati si riempiono di lacrime: nasceva così Paris-Piaf.
Crediti audio
Le tre canzoni in libero ascolto sono estratte dal disco Paris-Piaf - registrazione, missaggio e masterizzazione presso Digitube Studio, Mantova.
La Bohème
Musica: Ch. Aznavour; testo: J. Plante
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.
Les Feuilles mortes
Musica: J.Kosma; testo: J. Prévert
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.
Non, je ne regrette rien
Musica: Ch. Dumont; testo: M. Vaucaire
Voce: Laurianne Langevin; pianoforte e arrangiamento: Cyrille Doublet.
Crediti fotografici
Wladimir Zaleski: p1, p3/5, p4, p5
Emanuele Vergari: p3/1
Roberto Cifarelli: p3/2
Adriana Colombo: p3/7, p3/8
Siana Recaldini: p6
Crediti immagini
Cyrille Doublet: p2
Traduzioni
Versione francese: Cyrille Doublet.
Versione italiana: Federica Cremaschi.
Versione inglese: Jean-Marie Roblain.
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“Paris-Piaf è un gioiello per sensibilità, misura e delicatezza.”
Leggi di piùAmadeusMagazine
“Uno dei progetti più curiosi – e di spessore – degli ultimi anni, Paris-Piaf approda a cifre espressive uniche”.
L’Avvenire
“Un camerismo quasi sacrale, talvolta con un pizzico di swing, onde creare quell’intimità parigina che potrebbe esaltare i tanti cultori di Milord, La Vie en rose, Non, je ne regrette rien…”
Il Manifesto
“Tutto marcia egregiamente.”
Jazz Magazine